Psicologia clinica e counseling psicologico
Secondo il parere del gruppo di consulenza della Commissione Atti Tipici del CNOP, lo psicologo abilitato ha legittimità ad operare in qualsiasi ambito di intervento. Ciò significa che “psicologo clinico” è un concetto cui non corrisponde un profilo giuridico: per la legge italiana esiste soltanto lo psicologo, senza ulteriori specificazioni. Piuttosto che di psicologo clinico, è dunque opportuno riferirsi alla psicologia clinica (così come alla psicologia scolastica, giuridica, dello sport, del turismo), intendendo con tale termine uno specifico ambito settoriale di esercizio della professione di psicologo. In breve, non esiste lo psicologo clinico ma lo psicologo operante nell’ambito psicologico clinico.
Secondo la Divisione 12 dell’American Psychological Association: "la psicologia clinica mira allo studio scientifico – integrando scienza sociale, teoria e conoscenza clinica - e alle applicazioni della psicologia in merito alla comprensione, prevenzione e intervento riguardo le problematiche psicologiche stressogene e disfunzionali, e alla promozione e al mantenimento del benessere psicologico."
Sul piano applicativo, l’APA considera la psicologia clinica come "la specialità psicologica che fornisce assistenza sanitaria mentale e comportamentale continua e completa a individui, coppie, famiglie e gruppi; consulenza ad agenzie sociali e di comunità; formazione, istruzione e supervisione; e pratica basata sulla ricerca scientifica. È una specialità che affronta un'ampia gamma di problemi di salute mentale e comportamentale, caratterizzata da completezza e integrazione di conoscenze e competenze di diverse discipline all'interno e all'esterno della psicologia vera e propria.
L'area della psicologia più spesso paragonata al counseling psicologico (psicologia del counseling) è la psicologia clinica, in Italia praticabile dagli psicologi che hanno frequentato l'apposito corso di specializzazione post-lauream.
La psicologia clinica rappresenta la più ampia tra le specializzazioni applicate in psicologia e presenta una notevole sovrapposizione con la psicologia del counseling nella formazione, nelle attività lavorative e nei contesti: ma tra le due discipline esistono differenze rilevanti.
La psicologia clinica è orientata principalmente verso la comprensione, la diagnosi e il trattamento dei comportamenti anomali o disfunzionali, cioè delle forme di disagio psicologico che si discostano in modo significativo dalla norma (Garfield, 1985). Anche se i clinici non trascurano completamente le risorse interiori, i talenti o i punti di forza delle persone, la loro attenzione è stata tradizionalmente focalizzata in maniera più marcata sulla patologia, concentrandosi spesso su una psicoterapia che dà largo spazio all’indagine sulle cause profonde del malessere psichico, piuttosto che sugli aspetti di benessere o salute mentale.
Il counseling psicologico, pur considerando e gli aspetti patologici e di sofferenza del paziente/assistito (valutandone anche le origini), fa leva sul potenziamento dei suoi punti di forza, in un'ottica trasformativa volta a raggiungere una condizione di benessere, spostando l'attenzione del paziente dalla propria condizione patologica al lavoro che si può fare e che c'è da fare per raggiungere la condizione di maggior benessere.
Questa impostazione della psicologia clinica ha probabilmente contribuito al fatto che, rispetto agli psicologi del counseling, gli psicologi clinici tendono a proporre trattamenti di durata maggiore, nella forma di psicoterapia a lungo termine, piuttosto che interventi più brevi e orientati potenziamento/attuazione delle risorse, come accade nel counseling psicologico. Inoltre, aspetti quali lo sviluppo educativo, la progettazione di percorsi di carriera o il miglioramento degli ambienti scolastici e lavorativi – che sono centrali per il counseling psicologico – non costituiscono, di norma, un interesse primario per lo psicologo clinico.
Inoltre, anche a causa della focalizzazione sulla psicopatologia, gli psicologi clinici sono molto più presenti in contesti che si occupano di gravi disturbi psichici (ad esempio reparti psichiatrici ospedalieri), e meno frequentemente si trovano in contesti educativi (come i centri di counseling universitari; G. Neimeyer et al., 2011). Tuttavia, nonostante permangano differenze significative tra psicologia del counseling e psicologia clinica (G. Neimeyer et al., 2011), negli anni le due aree si sono progressivamente avvicinate (Hutman et al., 2016; M. R. Rogers, 2008). Lo psicologo del counseling infatti opera in contesti medici come ad esempio l'ambito delle cure primarie (psicologo delle cure primarie), dove la ricerca ha dimostrato la grande utilità di questa tipologia di intervento per il benessere dei pazienti e per i conti pubblici.